Morta a firenze psichiatra magherini sindrome stendhal

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Sindrome di Stendhal, una malattia chiamata Firenze

Morta il 10 dicembre 2023 nella sua casa fiorentina, Graziella Magherini, colei che nel 1977 diagnosticò prima in Stendhal -attraverso la lettura del testo dello scrittore francese “Rome, Naples et Florence” del 1817- e poi nei suoi pazienti, la sindrome che battezzò col nome dell’autore del romanzo “Il rosso e il nero”.

La Magherini studiò un campione di 106 turisti stranieri tra i 25 e i 40 anni con un buon livello di istruzione e dediti al turismo culturale e artistico, arrivati a Firenze e colti da misteriosi malori nei musei o di fronte alle opere d’arte fiorentine.

Nata nel 1927, Graziella Magrini si laurea a 24 anni in Medicina e a 28 anni si specializza in Psichiatria.

Dirige un reparto del vecchio manicomio di San Salvi e attua una rivoluzione nelle cure dei pazienti, sostenendo l’arte- terapia.

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“L’amore-passione si incontra di rado nei fiorentini.

Quello che non troverete mai (a Firenze) è l’aria esaltabile, ma in compenso, spirito, fierezza, ragione, qualcosa di finemente provocante…ma quegli occhi così vivaci e penetranti han l’aria più disposta a giudicarvi che ad amarvi. Ci vedo sempre l’idea del ragionevole e mai la possibilità di fare follie per amore”,

 Stendhal sulle donne fiorentine

Dirigente del Dipartimento di Salute Mentale del centro di Firenze riceve richieste di consulenze psichiatriche di anni e anni in cui vengono ricoverati in urgenza in Pronto Soccorso i turisti di Firenze all’Ospedale di Santa Maria Nuova, dove lo stesso Leonardo Da Vinci fece i suoi studi di anatomia, fisiologia e anatomia patologica.

Una forma di scompenso psichico benigno, di breve durata, che colpisce viaggiatori e turisti delle mete artistiche, viene dunque da lei codificata, studiata, indagata e fatta conoscere nel mondo. Gli studi della Magrini incrementeranno gli studi del fenomeno nel mondo e successivamente verranno chiamate con nomi legati alle città di Gerusalemme, Parigi e altre, fenomeni assimilabili alla Sindrome di Stendhal.

L’assessore al Welfare Sara Funaro, definisce Graziella Magrini una “grande studiosa della mente, esperta di arte e degli effetti che essa produce sul vissuto emotivo”.

Le persone che l’hanno conosciuta ne parlano come di una persona di grande levatura culturale e morale, una di quelle anime grandi che aiutava con la medesima semplicità le persone più qualificate e le più umili, senza distinzione alcuna.

Consapevole del genio degli artisti in ogni arte, si poneva dalla loro parte salvando i loro doni senza intaccare con le cure altro che non fosse il danno che alcuni di loro traggono in egual misura dai talenti che possiedono.

Il ricordo commosso dei suoi pazienti fa da cordoglio d’onore a una perdita che tutto il mondo piange.

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Durante il suo Grand Tour d’Italia, Stendhal in visita a Firenze, mentre è nella Basilica di Santa Croce, è costretto a uscire in preda a un violento malore.

L’estasi, la bellezza, l’emozione che si prova di fronte a opere e a pietre secolari, provoca in lui emozioni fortissime e incontrollabili.

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Nel 1817, durante il mio Grand Tour d’Italia, mi trovavo a Firenze, e come al solito non avevo potuto trattenermi dal girellare per il centro ad ammirarne l’infinita bellezza. Entrai nella chiesa di Santa Croce, e dopo un po’ iniziai a sentirmi male. Il cuore mi batteva forte, provavo vertigini, capogiro. Tutte quelle opere di straordinaria fattura, così compresse in uno spazio limitato, erano davvero troppo per un amante dell’estetica come me.

«Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cader

“L’emozione estetica dà luogo a esperienze emotive che entrano a far parte dei luoghi della memoria della persona a vari livelli di profondità” e occorre mettere “in relazione fra loro elementi

fondanti della psicanalisi (…) e le acquisizioni più recenti della biologia, della genetica e delle neuroscienze”. (Da “Arte e Terapie”, I quaderni di PsicoArt-n.2/2012, Graziella Magherini)

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crediti fotografici  © irenevaj


Di fronte a un’opera d’arte anche paradossalmente molto conosciuta, come le iconiche opere di Firenze, il David di Michelangelo su tutti, affiora in per la prima volta, in chi lo vede, un vissuto primordiale che non era stato mai codificato dall’io cosciente di un individuo.

Una fotografia di grandi dimensioni esposta anni fa all’uscita del percorso museale all’Accademia ritraeva le infinite sfumature delle reazioni dei visitatori di fronte al David.

In “Mi sono innamorato di una statua. Oltre la Sindrome di Stendhal- I’ve fallen in love with a statue. Beyond the Stendhal Syndrome”, Graziella Magherini andrà oltre e partendo dalla Sindrome di Stendhal ripercorrerà gli studi freudiani sulle relazioni tra arte e psiche e terminerà il libro con un capitolo sul David, studiato in un’indagine scientifica condotta insieme alla Galleria dell’Accademia sulla base dei commenti e dei comportamenti dei visitatori.

Quello che chiunque constata a Firenze, specialmente in alcuni luoghi, come agli Uffizi di fronte alla Venere di Botticelli, all’Accademia di fronte al David, è la conferma quotidiana di qualcosa che succede qui a chi si trovi di fronte a questo patrimonio incalcolabile, spiazzante, che innesca reazioni di profonda emozione. In lingua inglese, i turisti spesso dicono che Firenze è overwhelming.

È l’emozione travolgente che non fa arrivare alla fine di un percorso museale a Firenze.

Un coinvolgimento diverso -quello che si vive a Firenze- rispetto ad altre città in Italia e nel mondo, è quel che spiega perfettamente Stendhal nelle sue memorie di viaggio. Non così Roma, non così Napoli rapiscono l’intelletto e il cuore di una bellezza che è sempre misura, perfezione, equilibrio, ragione, civilà, quella di Firenze.

L’autore dell’articolo è Irene Vaj.

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